Ormai è diventata la storia della sera. La storia della Peste a Pisa.

Eccomi a parlarvi ancora una volta di una esperienza che ha avvicinato tanti bambini (compreso il mio) all’arte, trasportandoli in un tempo lontano da noi, ma comprensibile anche a loro.
Il tutto è avvenuto in maniera molto naturale come sempre, all’interno dell’ultima bio-merenda artistica della stagione organizzata da La Piccola Gerbera e che si è tenuta al Teatro Labile di Pisa, sabato 9 Aprile.
Lo so, lo so…Sono un po’ in ritardo e spero che mi scuserete.
Ma non potevo mancare di raccontarvi come è andata!
Questa volta i bambini (accompagnati da almeno un genitore) erano davvero tanti e già carichi prima di iniziare. Ma chi aveva bisogno ancora di un tocco di energia in più, ha potuto gustare la succulenta merenda offerta da GingerLab.
A pancino pieno quindi abbiamo iniziato ad osservare il quadro di questa edizione e Sara, con la sua solita capacità di coinvolgere i bambini, ha raccontato la storia che esso rappresentava.
Si trattava di “S. Nicola salva Pisa dalla peste“, una tavola del XV secolo conservato nella Chiesa di S. Nicola a Pisa.
“Una città da salvare”, questo il titolo del laboratorio, perché proprio una città a noi nota, è in pericolo per colpa di una
terribile minaccia: la Peste, una malattia che molto secoli fa faceva molta paura.
All’inizio i bambini sono stati condotti nell’analisi del quadro dove veniva rappresentata la città, coinvolgendoli nella ricerca di particolari (la Torre Pendente e le Mura) e che li ha condotti a capire che la città in questione è proprio Pisa.
Poi hanno iniziato ad osservare chi poteva essere in grado di salvarla, spezzando le frecce che la Peste stava lanciando sulla città.
E’ San Nicola, protettore dei malati, al quale i Pisani si rivolgono per un aiuto e che in men che non si dica riesce a scoffiggere questa brutta malattia, riportando Pisa allo splendore originario e rendendola di nuovo una città felice.
A questo punto arriva la parte creativa del laboratorio: i bambini aiutati dai genitori e da Sara, iniziano a lavorare con cartoncino, forbici e colla per mettere in scena la storia.
Ad ognuno viene chiesto di rappresentare un “pezzo” della storia e proprio come se fossimo durante la fase di montaggio di un film, alla fine delle proprie creazioni, tutti i quadri sono stati appesi in fila per comporre la nostra storia.
Con un lume di candela (che per ovvi motivi di sicurezza è stata sostituita da una piccola torcia a batteria) al buio della sala – come durante la proiezione di un film al cinema – le scene di ogni bambino hanno preso vita e hanno iniziato a parlare della storia.
Una delle particolarità di questo laboratorio è stata che, pur mantenendo il senso generale, ogni bambino ha espresso la propria visione di ciò che aveva ascoltato, e c’è stato chi ha rappresentando la Peste come un drago, chi come un uccellaccio nero e torbido.
La rappresentazione messa in scena dai nostri bambini ha raccolto un caloroso applauso, ma la giornata non è finita qui.

Il Teatro, nella persona di Sabrina Iannello, ha organizzato una sorpresa teatrale finale conivolgendo i più piccoli in una attività di espressione corporea durante la quale hanno potuto raccontare con il corpo la storia oggetto della giornata.Insomma, da quel pomeriggio per mio figlio, la storia della Peste a Pisa è diventata la storia della nanna, o comunque dei momenti in cui sente di aver bisogno per calmarsi, o per partire con altre mille domande!

La sera stessa di quel pomeriggio mi avrà chiesto di raccontargliela almeno 5 volte di seguito.
Come non dire che è stato un successo?

Vi consiglio di iscrivervi alla Newsletter di La Piccola Gerbera e mettere un Like sulla sua pagina Facebook, in modo da rimanere sempre aggiornati sulle sue attività.

Seguite anche me sulla pagina di Mammaraccontami.
Non mancherò di raccontarvi le sue varie iniziative e il parere del mio bambino.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *