Un libro sulla moda sostenibile per aiutare i tuoi figli a crescere più consapevoli riguardo a questo argomento

Ascolta questo post. “Moda sostenibile? Leggi questo libro!”. Voce: Federica Mari

In questo articolo vi parlo di un libro sulla moda sostenile che mi sento di consigliarvi.
Ho riflettuto molto sull’opportunità di pubblicare questo post.
Chi mi legge, di solito, è sempre alla ricerca di testi dedicati esclusivamente ai bambini, spensierati e allegri. (Se siete capitati qui per la prima volta e siete curiosi, potete leggere uno dei miei articoli più letti per farvi un’idea più precisa).
Questo, invece, è un libro per noi grandi. È un libro che fa riflettere. Ma è un libro da leggere, se vogliamo educare i nostri figli ad essere più responsabili di quanto siano state le generazioni precedenti.

Sto parlando di “La rivoluzione comincia dal tuo armadio – tutto quello che dovreste sapere sulla moda sostenibile” scritto da Luisa Ciuni, giornalista e scrittrice di moda, attenta al settore della sostenibilità e da Marina Spadafora, stilista e imprenditrice su vari progetti dedicati alla moda etica.

Un libro corale che con dati alla mano e una schematica strutturazione dei capitoli offre una panoramica della moda, facendo comprendere come pratiche scorrette abbiano influito negli anni a un enorme inquinamento ambientale e a un aggravamento della disuguaglianza sociale, e come invece economia circolare e innovazioni tecnologiche potrebbero aiutare ad invertire la tendenza.

Questo libro l’ho letto all’interno del gruppo di lettura #lettureinverde che si è formato su Instagram grazie all’iniziativa di due donne speciali e sensibili all’argomento: Orietta Di Francesco e Irene

Mi sono subito unita, spinta dalla passione per la lettura e dalla curiosità di saperne di più sulla moda sostenibile.

Il libro parla di moda, ma soprattutto racconta di come la fast fashion in questi ultimi anni abbia aiutato a crescere un commercio e una produzione insana delle materie prime per la produzione degli abiti. Basti leggere il capitolo “Cruelty free” dove si racconta delle pratiche assolutamente fuori dal legale e dal pensabile che vengono inflitte alle oche per lo spiumaggio o alle pecore nella fase di tosatura. E cosa dire quando si legge dell’utilizzo di sostanze nocive per la tintura dei tessuti fatta senza nesun tipo di precauzione da lavoratori costretti a lavorare nei paesi poveri del mondo per una paga da fame?

Pur conoscendo molti degli argomenti che tratta, non potevo rimanere insensibile di fronte a ciò che si legge nel capitolo dedicato al lavoro minorile e alla schiavitù moderna.
Sono 218 milioni i bambini che lavorano nel mondo, di cui 152 sono quelli impiegati nel lavoro minorile. 7 su 10 lavorano in agricoltura e nella raccolta del cotone e per l’impollinazione manuale dei semi di cotone transgenico vengono “sfruttate” bambine che costrette a lavorare la notte sono esposte anche ad alte quantità di pesticidi.

È un libro da leggere, che consiglierò e anzi che regalerò alla prima occasione, ma che consiglio sopratutto nelle scuole.

Iniziare fin da piccoli a parlare di questo argomento forse potrà aiutarci a crescere giovani più consapevoli, che magari riusciranno a vivere il loro periodo adolescenziale di omologazione al gruppo in maniera più moderata, senza la corsa sfrenata all’ultimo modello di scarpe prodotte in Bangladesh in condizioni al limite dell’umano.

In generale ho trovato questo libro un’ottima introduzione all’argomento per chi è completamente digiuno, ma anche un buon manuale di riferimento per chi già conosce gran parte del settore grazie una ricca appendice dedicata con ampia bibliografia e sitografia e con temi da approfondire e tanti spunti di riflessione.

Una nota di orgoglio dopo la lettura di questo libro va al fatto di riconoscere che l’Italia è uno tra i Paesi più virtuosi soprattutto nel campo della produzione di filati e di tessuti. E che anche la mia Toscana con i siti produttivi di Prato e Santa Croce sull’Arno si è resa sensibile alla questione aderendo a linee guida per la produzione a basso impatto ambientale di tessuti e pellami.
Finalmente un buon primato che ci constraddistingue, anche se ancora molto c’è da fare a livello politico e a livello di sensibilizzazione del consumatore finale.

Nel mio caso, questa lettura ha avuto il valore aggiunto del gruppo. Quando ti ritrovi a parlare quasi ogni giorno di ciò che hai letto e ad approfondire alcuni concetti in tempo reale, comprendi e assimili ancora meglio tutte le sfumature.
Un bellissimo gruppo questo di #lettureinverde, che ripeterà l’esperienza il prossimo mese. Siamo tutti curiosi di conoscere il nuovo titolo.

Nel frattempo, ricordatevi di leggere questo libro di Luisa Ciuni e Marina Spadafora, perché come loro affermano:

“[…] la rivoluzione parte dalla nostra testa, dal nostro cuore, dal nostro armadio”.

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