Cristina Bellemo con “Eppure Sentire” si aggiudica il secondo posto al Premio Bancarellino 2018. La video intervista alla protagonista

Sabato 26 si è conclusa la 61esima edizione del Premio Bancarellino che ha visto consegnare, con una vittoria schiacciante, il primo premio a “Pusher” di Antonio Ferrara edito da Einaudi Ragazzi.

Io ero presente ed è stata una giornata bellissima, piena di momenti divertenti ed energizzanti, grazie alla esuberanza e alla forza dei ragazzi.

Ma ci sono stati anche tanti momenti carichi di emozione, come quello in cui ho conosciuto personalmente la ragazza che ha ispirato e di cui parla il libro classificatosi secondo: “Eppure sentire” di Cristina Bellemo edito da Edizioni San Paolo.

Silvia, la protagonista del romanzo, è una ragazza reale, non udente fin dalla nascita che dopo avere affrontato tantissime sfide per imparare a parlare, a sentire con le protesi e a vivere una vita normale, una mattina mentre si reca a scuola con la corriera, si ritrova a dover affrontare l’ennesima prova. Un urto violento con un camion la riporta di nuovo ad una realtà dura, difficile, spietata e la costringe a prendere una decisione troppo grande per la sua età. Purtroppo infatti, in seguito a questo incidente, a Silvia non bastano più le protesi per sentire, e adesso si propetta davanti a lei l’opzione di un intervento chirurgico, invasivo e dal quale non sa come ne potrà uscire sia fisicamente che psicologicamente.

Un libro toccante, come lo hanno definito in molti e che vuole essere di supporto a tutti coloro che hanno una storia da raccontare, che hanno paura di raccontarla o addirittura di viverla.

Un esempio di tenacia e di forza, di amore familiare, Silvia, quella vera, quella in carne ed ossa, quella bellissima e dai penetranti occhi azzurri, trasmette pace, gioia, sicurezza, e anche la spensieratezza che nonostante le prove della vita ha mantenuto della sua giovane età.

Silvia mi ha concesso una intervista di cui potrete vedere la registrazione direttamente dalla piazza di Pontremoli.
E quindi, conosciamola meglio.

L’intervista

Silvia ha 19 anni, vive nella provincia di Vicenza e frequenta l’ultimo anno del Liceo Classico e sta quindi per affrontare le prove di maturità.
Gioca a pallavolo da quando ha sei anni e dalla scorsa estate è entrata anche nella Nazionale Italiana Femminile Pallavolo Sorde, con cui la prossima settimana affronterà gli Europei under 21.
Da molto tempo aveva idea di scrivere un libro sulla sua storia per diffondere un messaggio di speranza e di sensibilizzazione sulla diversità, ma improvvisamente dopo una serie di situazioni contingenti si ritrova ad essere allenata dal fratello di Cristina Bellemo (l’autrice) ed ecco che arriva la proposta.
Una occasione che Silvia accetta di buon grado e in collaborazione stretta con Cristina inizia a ripercorrere i suoi 18 anni di vita, e tutti gli eventi e le tappe più importanti.
Cristina bene interpreta questi eventi catturando nella maniera giusta le emozioni fino al punto che quando Silvia riceve la bozza del libro, lo divora e lo legge avidamente in pochissimo tempo, accettando di buon grado tutto ciò che è scritto in quelle pagine.
L’emozione di rivivere per la seconda volta la sua vita è forte, e allo stesso tempo la fa prendere coscienza di quanto forte sia sempre stata fin da piccolina, in situazioni che magari nemmeno si ricordava.
Il libro non è rivolto solo ai ragazzi, ma anche agli adulti e comunque a tutti coloro che hanno bisogno di ricevere fiducia, a tutti coloro che devono imparare ad accettare gli altri e il diverso e come messaggio di solidarietà.
Durante questa intervista ho parlato con una ragazza determinata, che coltiva dentro di sè delle forti ambizioni, come quella di frequentare la facoltà di Medicina e che guardandola nei suoi occhi sempre sorridenti non viene altro in mente che darle un abbraccio forte forte, stretto stretto.

Grazie Silvia per avermi concesso il tuo tempo e il tuo sorriso.

Ecco il video dell’intervista.
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22 Replies to “Eppure Sentire e l’intervista a Silvia”

  1. Ho sentito parlare tanto di questo premio che credo abbia superato le 60 edizioni. Mi è piaciuto molto l’intervista che hai fatto alla vincitrice. Non ho un canale Telegram ma ti seguo volentieri sul blog. 🙂

    1. Ti ringrazio molto. Mi fa piacere ti sia piaciuta l’intervista.
      L’edizione di quest’anno è stata la numero 61. Ma parlando direttamente con l’organizzatrice, ho capito che in questi ultimi anni sta riprendendo vigore e sta diventando ancora molto più dalla parte dei ragazzi.
      Silvia non ha vinto, il libro che racconta della sua storia si è classificato secondo.

      Ma lei ha vinto nella vita, quello è il premio più importante.
      Grazie di essere passata.

    1. Grazie mille per i complimenti.
      È stato molto molto emozionante.
      E devo dire che Silvia per il video mi ha aiutato perché era molto spigliata, per niente timorosa. Una bell’esempio della nostra gioventù.

      Grazie ancora.
      A presto.

  2. Leggere il tuo post che racconta un’esperienza di vita forte è stato emozionante, una lezione per imaparare ad accettare gli altri.
    Grande stima per questa ragazza, che nonostante le difficoltà raccontate e vissute è un esempio di solarità e gratidudine alla vita!
    A Silvia il nostro migliore in bocca al lupo!

    1. Grazie mille.
      È stata anche per me una esperienza molto emozionante. Silvia è un esempio per i ragazzi ma anche per tutti quegli adulti che ancora devono imparare ad esserlo 🙂

      Grazie di essere passate.

    1. Esatto, questo era proprio lo scopo della scrittrice e della protagonista.
      Un testo rivolto ai giovani dai 12 anni di età, ma che vuole portare un messaggio anche ai più grandi.

      Grazie di essere passato di qui 🙂

  3. Un articolo e un’intervista molto emozionanti. Abbiamo tutti da imparare moltissimo da questa giovane ragazza che ha affrontato con coraggio e positività le difficoltà che la vita le ha presentato.

    1. Si vero.
      Silvia infatti mi ha raccontato nell’intervista che spera proprio che questo libro possa insegnare a confrontarsi con la disabilità. Anche con quella come la sua, che lei chiama invisibile.
      Grazie 🙂

  4. E’ bello sentire queste storie. Soprattutto se la protagonista è una bellissima e solare ragazza che, nonostante abbia dovuto affrontare difficoltà sin da piccola, riesce a raccontarle con il sorriso e con la voglia di vivere negli occhi. Leggerò volentieri il libro.

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